Le Start-Up in Italia: voglia di fare impresa tra giovani, donne e stranieri.
Le aspettative e i desideri delle nuove generazioni rispetto al mondo del lavoro stanno cambiando. In Italia infatti, sono sempre di più le Start-Up che riflettono la voglia di fare impresa di giovani, donne e stranieri. In quanto queste offrono l’idea ai giovani di poter contare su una più reale e grande opportunità di crescita, anche personale. Scopri di più.
Giovani e Start-Up
Sebbene la percentuale di giovani appartenenti alla categoria dei NEET, ovvero Not in Employment, Education or Training, in Italia sia diminuita di quasi il 2% in questi anni post crisi, tra i giovani spicca la voglia di fare impresa e meno quella di stare in ufficio. Questi infatti desiderano un’attività lavorativa autonoma e flessibile che gli consenta di operare in smart working, con la disponibilità a rinunciare a un normale stipendio “competitivo”. È proprio per questo che l’istituzione Europea Eurofound ha deciso di concentrarsi sulle misure di autoimprenditorialità rivolte ai giovani. Quest ultimo si concentra sull’implementazione di politiche europee volte a promuovere iniziative per i giovani con lo scopo di favorire la creazione di impresa. Ciò non solo per contribuire a ridurre la disoccupazione giovanile e l’esclusione sociale ma anche per stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro.
Garanzia Giovani e le Start-Up in Italia
In Itali a l’Istituto che si impegna ad adottare queste misure europee, per il sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità è Garanzia Giovani, che ha come principale obiettivo quello di eliminare la mancanza di risorse e di esperienza. Realizza, infatti, questi obiettivi attraverso la creazione di specifici programmi di supporto finalizzati all’integrazione tra servizi di assistenza e supporto con varie agevolazioni finanziarie necessarie per l’avviamento. Inoltre, la mission di Garanzia Giovani si focalizza su cinque ampie aree strategiche di intervento:
- stimolare lo spirito imprenditoriale
- incoraggiare più persone ad avviare un’attività
- favorire un tessuto economico volto ad aiutare la crescita e la competitività
- creare un quadro normativo e amministrativo favorevole
- migliorare il sistema dei finanziamenti con la microfinanza
A che punto siamo
Il numero delle start up italiane è in continua crescita. L’economia del nostro Paese sembra aver beneficiato dall’avvio di tali iniziative e offre segnali incoraggianti per i giovani che vogliono intraprendere un’attività in proprio. I dati emersi relativamente all’avvio di nuove attività sottolineano come molti giovani guardano infatti con grande attenzione al settore del commercio attraverso l’avvio di nuove startup che all’inizio del 2017, erano già più di 10.000. Le regioni italiane con la maggiore concentrazione di Start-Up sono la Lombardia, con a seguire l’Emilia Romagna, il Veneto, la Campania e il Lazio. Si trovano invece in coda alla classifica la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta.
- Curiosità e aggiornamenti
- Se per Start-Up si intende una qualunque attività imprenditoriale di piccole dimensioni che si sta avviando, più specifica è invece la definizione di start up innovativa, che deve soddisfare precisi requisiti secondo quanto dice il Decreto Sviluppo 2.0. Cioè, avere come oggetto esclusivo o prevalente la produzione, lo sviluppo o la commercializzazione di servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
- In generale il numero di giovani che collaborano in una Start-Up è basso, e lo è ancor di più quello delle donne e degli stranieri. Sebbene i fondi stanziati per progetti volti ad incentivare l’autoimprenditorialità giovanile abbiano contribuito a ridurre il tasso di disoccupazione degli under 35 è ancora necessario implementare le politiche rivolte agli under 35 per fornirgli più e esperienza.